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LA MADONNA DEGLI OMOSESSUALI

LA MADONNA DEGLI OMOSESSUALI
Nasce con una chiara e precisa intenzione, proprio legata alla memoria delle vittime omosessuali del Nazismo e alla comunità LGBTQ+, e questo conferisce un valore e una specificità che non devono essere confusi con altre rappresentazioni.
Nessuna delle Madonne menzionate sul web dalla Madonna di Montevergine alla Madonna dei Femminielli fino alla Madonna di Juta ha alcun riferimento reale o simbolico alla comunità omosessuale.
Queste figure vivono esclusivamente di leggende popolari, spesso fragili e scollegate dalla realtà storica e sociale, simili ai miti di Babbo Natale e della Befana.
La Madonna degli Omosessuali di Raffaele Ciotola, invece, è l’unica Madonna che porta una chiara e documentata tematica LGBTQ+, radicata nella memoria delle vittime omosessuali del nazismo e nella lotta per i diritti e il rispetto delle persone LGBTQ+.
Confondere o mettere sullo stesso piano la mia opera con queste rappresentazioni equivale a sminuirne l’autenticità, il valore e il messaggio rivoluzionario.
La Madonna degli Omosessuali – Memoria e Resistenza

"La Madonna degli Omosessuali" nasce come un’opera di memoria e giustizia, dedicata alle oltre 50.000 persone omosessuali perseguitate e uccise durante il regime nazista. Questo lavoro rappresenta un tributo sacro alle vittime invisibili di un odio istituzionalizzato, e un invito a non dimenticare mai.
Durante il Terzo Reich, la repressione dell’omosessualità fu particolarmente feroce. La legge più temuta fu la §175 del Codice Penale tedesco, inasprita nel 1935, che rendeva criminali i rapporti tra uomini. Le conseguenze erano devastanti: uomini sospettati, denunciati o accusati venivano arrestati, imprigionati e spesso deportati nei campi di concentramento.
I detenuti omosessuali erano identificati da un triangolo rosa cucito sul lato sinistro del petto, all’altezza del cuore, simbolo di stigmatizzazione, disprezzo e emarginazione. Quel simbolo, visibile tra le divise grigie dei campi, significava isolamento e persecuzione anche all’interno delle prigioni: i portatori del triangolo rosa erano soggetti a trattamenti ancora più duri, violenze, e tassi di mortalità molto elevati.
Parallelamente, le donne considerate “asociali” — tra cui le lesbiche e le prostitute — venivano marchiate con un triangolo nero, segno di esclusione e condanna sociale. Questo triangolo nero indicava la categoria più ampia di persone ritenute “moralmente deviate” o “indesiderabili” dal regime nazista, spesso vittime di arresti, internamenti e torture.
Con La Madonna degli Omosessuali, l’artista Raffaele Ciotola restituisce dignità e sacralità a queste vite spezzate. La Madonna, figura simbolo di protezione e accoglienza, diventa un’icona universale di amore e inclusione, che abbraccia chi è stato escluso e perseguitato, chi ha subito ingiustizie atroci per il solo fatto di amare.
L’opera è parte della corrente artistica Finger Art Ciotola, in cui il volto umano scompare e viene sostituito da un dito: gesto universale di accusa, memoria, e al tempo stesso protezione. Qui il dito diventa simbolo di resistenza culturale e umanità, una chiamata a riconoscere e difendere i diritti di tutte le persone, senza distinzione.
"Nessuno sarà dimenticato. Nessun amore è un crimine."
Questa è la potente eredità di La Madonna degli Omosessuali, un’opera che fa della memoria il primo passo verso la libertà e la giustizia.

La Madonna degli Omosessuali

Un Simbolo di Lotta, Speranza e Resistenza

La Madonna degli Omosessuali di Raffaele Ciotola non è semplicemente un’opera d’arte: è una dichiarazione di guerra contro l’omofobia, una rivendicazione per ogni persona che ha lottato, sofferto, e si è sentita emarginata a causa della propria sessualità. È l’icona sacra e profonda che non ha paura di affrontare i tabù e sfidare chi vuole continuare a nascondere l’umanità delle persone LGBTQ+ dietro pregiudizi e ignoranza.
Questo dipinto è la risposta a chi ha cercato di annullare l’identità e la dignità di chi ama in modo diverso. È il manifesto di un movimento che ha trovato in Raffaele Ciotola una voce coraggiosa e chiara. La Madonna degli Omosessuali non è una Madonna come le altre, e non deve essere trattata come tale. È esclusivamente un simbolo di accoglienza e di giustizia per le persone LGBTQ+, che finalmente hanno una figura religiosa che non li esclude, che li ama per quello che sono.
Questa Madonna non nasce dal nulla: è la risposta a un bisogno profondo di riconoscimento e dignità, un atto di fede e amore verso chi è stato scacciato dalle chiese, dalle famiglie, dalla società. Un’icona che grida contro l’oscurità dell’omofobia e delle violenze subite dalla comunità LGBTQ+, non solo nel passato, ma ancora oggi, in ogni angolo del mondo.
La Madonna degli Omosessuali è una Madonna che parla di sofferenza, ma anche di resistenza e di libertà. È l’opera che celebra i martiri, le vittime omosessuali del nazismo, e tutta la comunità LGBTQ+ che ha sofferto, ma che non è mai stata sconfitta. Non è un simbolo che deve piacere a tutti, non è pensata per chi ha paura del cambiamento, del diverso, dell’amore libero. È per chi lotta per un mondo più giusto e più umano, per chi sa che la spiritualità e l’amore incondizionato non conoscono confini di genere o sessualità.
Questa non è un’opera di provocazione vuota, ma un grido di verità, un’azione artistica che non ha paura di sfidare le convenzioni. È un simbolo che non può essere ignorato, non può essere ridotto a un “gioco” o a un errore. La Madonna degli Omosessuali è un atto di resistenza contro ogni forma di odio, un abbraccio aperto e senza condizioni per ogni persona che ha vissuto il peso del rifiuto. È il segno che la comunità LGBTQ+ ha diritto a essere venerata e rispettata, con la stessa dignità di chiunque altro.
E non deve essere messa in discussione, né oscurata da leggende antiche che non parlano della nostra realtà, della nostra lotta. La Madonna degli Omosessuali è nostra, è per noi, e la sua missione è chiara: includere, abbracciare e liberare chi è stato messo ai margini. La sua forza è la nostra forza. Non permettiamo che venga messa da parte. La sua potenza è quella di chi finalmente non ha paura di essere se stesso, di essere visto, sentito e amato.
"La Madonna degli Omosessuali e il gesto di Gesù che porge i cordoncini, ciascuno con il simbolo delle coppie gay maschili e femminili," non devono essere visti come un attacco alle rappresentazioni religiose tradizionali, ma come una chiamata a un dialogo più inclusivo, una riflessione profonda sulla spiritualità e sui diritti di tutte le persone, senza distinzione di genere, orientamento sessuale o identità.

LA MADONNA DEGLI OMOSESSUALI
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